La guida turistica di Gianni

Giovanni
La guida turistica di Gianni

Sede comunale

Palazzo Doria è la sede del Comune di Loano
Palazzo Doria
2 Piazza Italia
Palazzo Doria è la sede del Comune di Loano

Visite turistiche

Visitabile esternamente e, raramente, anche internamente grazie alle giornate del FAI. Molto bello da visitare il borgo sottostante (Borgo Castello appunto).
Castello dei Doria
. Via del Borgo Castello
Visitabile esternamente e, raramente, anche internamente grazie alle giornate del FAI. Molto bello da visitare il borgo sottostante (Borgo Castello appunto).
Lo sport si rivela una delle più efficaci espressioni delle personalità
Tennis e Sport Educativo A. Zizzini ASD
66 Via Aurelia
Lo sport si rivela una delle più efficaci espressioni delle personalità
La natura è tutto il nostro mondo.
624 locals recommend
Aquarium of Genoa
Ponte Spinola
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La natura è tutto il nostro mondo.
Immersioni Il Marina Diving situato in posizione strategica con sede al porto di Loano (SV) ha un'operativita' molto vasta.
Marina Diving Service
Immersioni Il Marina Diving situato in posizione strategica con sede al porto di Loano (SV) ha un'operativita' molto vasta.
L'edificazione del palazzo avvenne tra il 1671 e il 1677. La paternità dell’immobile è riconducibile all’architetto Pietro Antonio Corradi, mentre il cantiere e le opere furono diretti da Matteo Lagomaggiore. L’edificio è impostato su uno schema di pianta a U, derivato dalle tipologie applicate da Bartolomeo Bianco: le due ali sono unite da logge che definiscono il cortile interno a pianta quadrata. Ciascuno dei due piani nobili presenta la consueta disposizione che prevede loggia e salone in posizione assiale, e una fila di sale ai due lati. A Ridolfo Maria, il primogenito, toccò il secondo piano nobile, a Gio.Francesco il primo, ma nel 1683 Ridolfo morì senza eredi maschi e il fratello, divenuto l’unico proprietario, si trasferì al secondo piano nobile, riscattò i ritratti dei genitori dalla nipote Paola, sposa di Carlo Spinola, e avviò la decorazione ad affresco lungo le sale del secondo piano nobile, ponendo le premesse perché venisse estendendosi oltre l’ala est - terminata alla sua morte - a tutte le altre sale degli ammezzati. Gli artisti che, tra il 1679 e il 1694, parteciparono a questo primo intervento decorativo furono Domenico Piola (1627-1703) e Gregorio De Ferrari (1647-1726) e, più tardi, Paolo Gerolamo Piola (1666-1724), coadiuvati dai quadraturisti e dagli stuccatori. Risultarono decorati, a conclusione di questo primo intervento, il Salone, con le prospettive sulle pareti dei bolognesi Gio.Enrico e Antonio Haffner, e l’affresco sulla volta, capolavoro di Gregorio De Ferrari, purtroppo distrutto dai bombardamenti dell’ultima guerra; quattro sale a levante, ciascuna con soggetti ispirati a una stagione dell’anno, e infine la loggia, alla quale, in occasione di questi interventi, vennero chiuse le aeree arcate, trasformandola in una piccola galleria, dove il Codazzi dipinse le finte rovine e Paolo Gerolamo Piola i soggetti del mito di Diana ed Endimione. Nella primavera del 1691 prese il via una seconda fase decorativa, che nel giro di un anno interessò le quattro sale del lato a ponente: la stanza della Vita dell’uomo e quella delle Arti Liberali furono affrescate da Gio.Andrea Carlone (1639-1697) con l’aiuto di Antonio Haffner per le quadrature che, sulle pareti della seconda sala, si aprono su Paesaggi di Carlo Antonio Tavella (1668-1738); l’ambiente dell’alcova - che attualmente presenta in parte una decorazione più tarda - venne ancora affrescata da Gio.Andrea Carlone e da suo fratello Nicolò; l’ultima sala interamente da Bartolomeo Guidobono (1654-1709), la cui Fucina di Vulcano sulla volta andò purtroppo perduta e sostituita, nel 1736, dalla Gioventù in cimento di Domenico Parodi. Gli interventi di restauro e completamento dell’apparato decorativo continuarono fino alla metà del XIX secolo e, contemporaneamente, cresceva, in qualità e numero di opere, la collezione Brignole - Sale che, pochi anni dopo la morte di Gio.Francesco, verrà arricchita da un importante apporto del suocero Giuseppe Maria Durazzo. Continuatore della committenza artistica di Gio.Francesco I fu suo nipote Gio.Francesco II (1695-1760), cui si deve l’incarico all’architetto Francesco Cantone per il decoro della facciata di Palazzo Rosso e dell’attiguo Palazzetto, che nel 1746 assunsero l’attuale aspetto, connotato dalle caratteristiche protomi leonine che segnano gli architravi delle finestre dei due piani nobili, con preciso riferimento all’arma araldica dei Brignole, raffigurante un leone rampante sotto un albero di prugne (in dialetto genovese "brignole"). La missione diplomatica svolta a Parigi fra il 1737 e il 1739 diede a Gio.Francesco II la possibilità di apprezzare lo stile Reggenza allora imperante: commissionò i ritratti suo e della moglie al pittore del re, Rigaud, e a Genova volle rinnovare ambienti e arredi secondo la nuova moda. In questo programma si colloca anche la decorazione di Lorenzo De Ferrari, figlio di Gregorio, nella prima sala delle cosiddette dipendenze del palazzo. Questa politica di magnificenza artistica venne coronata nel 1746 dall’elezione di Gio.Francesco II a doge della Repubblica di Genova. Nuovi interventi, consistiti nella realizzazione di un nuovo appartamento nelle cosiddette mezzarie superiori, ubicate sopra il secondo piano nobile, datano al 1783 circa, quando Anton Giulio II (1764-1802) si sposò con una vivace e colta esponente del patriziato senese: Anna Pieri. Purtroppo la serie di sale in questione, i cui soggetti erano ispirati a temi di contenuto vagamente illuminista e i cui motivi ornamentali erano fra lo stile Luigi XVI e un proto-neoclassicismo, è andata in gran parte distrutta a seguito dei bombardamenti dell’ultima guerra. Ancor prima della metà dell’Ottocento, quando il palazzo apparteneva ad Antonio Brignole - Sale, furono rifatti i pavimenti in pregiati marmi policromi. La figlia maggiore di Antonio, Maria, più nota a Genova come duchessa di Galliera, coerede di Palazzo Rosso alla morte del padre, ne ottenne l’intero usufrutto alla morte della sorella, e visto che il figlio Filippo, avuto dal marchese Raffaele De Ferrari, non mostrava alcuna propensione ad interessarsi del patrimonio e delle tradizioni delle due casate da cui discendeva, nel gennaio 1874 si decise a donare Palazzo Rosso alla sua città per "accrescere il decoro e l’utile" di Genova e, nel contempo, con l’evidente idea di fare dell’edificio, un vero e proprio monumento alla stirpe dei Brignole - Sale.
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Palazzo Rosso
18 Via Garibaldi
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L'edificazione del palazzo avvenne tra il 1671 e il 1677. La paternità dell’immobile è riconducibile all’architetto Pietro Antonio Corradi, mentre il cantiere e le opere furono diretti da Matteo Lagomaggiore. L’edificio è impostato su uno schema di pianta a U, derivato dalle tipologie applicate da Bartolomeo Bianco: le due ali sono unite da logge che definiscono il cortile interno a pianta quadrata. Ciascuno dei due piani nobili presenta la consueta disposizione che prevede loggia e salone in posizione assiale, e una fila di sale ai due lati. A Ridolfo Maria, il primogenito, toccò il secondo piano nobile, a Gio.Francesco il primo, ma nel 1683 Ridolfo morì senza eredi maschi e il fratello, divenuto l’unico proprietario, si trasferì al secondo piano nobile, riscattò i ritratti dei genitori dalla nipote Paola, sposa di Carlo Spinola, e avviò la decorazione ad affresco lungo le sale del secondo piano nobile, ponendo le premesse perché venisse estendendosi oltre l’ala est - terminata alla sua morte - a tutte le altre sale degli ammezzati. Gli artisti che, tra il 1679 e il 1694, parteciparono a questo primo intervento decorativo furono Domenico Piola (1627-1703) e Gregorio De Ferrari (1647-1726) e, più tardi, Paolo Gerolamo Piola (1666-1724), coadiuvati dai quadraturisti e dagli stuccatori. Risultarono decorati, a conclusione di questo primo intervento, il Salone, con le prospettive sulle pareti dei bolognesi Gio.Enrico e Antonio Haffner, e l’affresco sulla volta, capolavoro di Gregorio De Ferrari, purtroppo distrutto dai bombardamenti dell’ultima guerra; quattro sale a levante, ciascuna con soggetti ispirati a una stagione dell’anno, e infine la loggia, alla quale, in occasione di questi interventi, vennero chiuse le aeree arcate, trasformandola in una piccola galleria, dove il Codazzi dipinse le finte rovine e Paolo Gerolamo Piola i soggetti del mito di Diana ed Endimione. Nella primavera del 1691 prese il via una seconda fase decorativa, che nel giro di un anno interessò le quattro sale del lato a ponente: la stanza della Vita dell’uomo e quella delle Arti Liberali furono affrescate da Gio.Andrea Carlone (1639-1697) con l’aiuto di Antonio Haffner per le quadrature che, sulle pareti della seconda sala, si aprono su Paesaggi di Carlo Antonio Tavella (1668-1738); l’ambiente dell’alcova - che attualmente presenta in parte una decorazione più tarda - venne ancora affrescata da Gio.Andrea Carlone e da suo fratello Nicolò; l’ultima sala interamente da Bartolomeo Guidobono (1654-1709), la cui Fucina di Vulcano sulla volta andò purtroppo perduta e sostituita, nel 1736, dalla Gioventù in cimento di Domenico Parodi. Gli interventi di restauro e completamento dell’apparato decorativo continuarono fino alla metà del XIX secolo e, contemporaneamente, cresceva, in qualità e numero di opere, la collezione Brignole - Sale che, pochi anni dopo la morte di Gio.Francesco, verrà arricchita da un importante apporto del suocero Giuseppe Maria Durazzo. Continuatore della committenza artistica di Gio.Francesco I fu suo nipote Gio.Francesco II (1695-1760), cui si deve l’incarico all’architetto Francesco Cantone per il decoro della facciata di Palazzo Rosso e dell’attiguo Palazzetto, che nel 1746 assunsero l’attuale aspetto, connotato dalle caratteristiche protomi leonine che segnano gli architravi delle finestre dei due piani nobili, con preciso riferimento all’arma araldica dei Brignole, raffigurante un leone rampante sotto un albero di prugne (in dialetto genovese "brignole"). La missione diplomatica svolta a Parigi fra il 1737 e il 1739 diede a Gio.Francesco II la possibilità di apprezzare lo stile Reggenza allora imperante: commissionò i ritratti suo e della moglie al pittore del re, Rigaud, e a Genova volle rinnovare ambienti e arredi secondo la nuova moda. In questo programma si colloca anche la decorazione di Lorenzo De Ferrari, figlio di Gregorio, nella prima sala delle cosiddette dipendenze del palazzo. Questa politica di magnificenza artistica venne coronata nel 1746 dall’elezione di Gio.Francesco II a doge della Repubblica di Genova. Nuovi interventi, consistiti nella realizzazione di un nuovo appartamento nelle cosiddette mezzarie superiori, ubicate sopra il secondo piano nobile, datano al 1783 circa, quando Anton Giulio II (1764-1802) si sposò con una vivace e colta esponente del patriziato senese: Anna Pieri. Purtroppo la serie di sale in questione, i cui soggetti erano ispirati a temi di contenuto vagamente illuminista e i cui motivi ornamentali erano fra lo stile Luigi XVI e un proto-neoclassicismo, è andata in gran parte distrutta a seguito dei bombardamenti dell’ultima guerra. Ancor prima della metà dell’Ottocento, quando il palazzo apparteneva ad Antonio Brignole - Sale, furono rifatti i pavimenti in pregiati marmi policromi. La figlia maggiore di Antonio, Maria, più nota a Genova come duchessa di Galliera, coerede di Palazzo Rosso alla morte del padre, ne ottenne l’intero usufrutto alla morte della sorella, e visto che il figlio Filippo, avuto dal marchese Raffaele De Ferrari, non mostrava alcuna propensione ad interessarsi del patrimonio e delle tradizioni delle due casate da cui discendeva, nel gennaio 1874 si decise a donare Palazzo Rosso alla sua città per "accrescere il decoro e l’utile" di Genova e, nel contempo, con l’evidente idea di fare dell’edificio, un vero e proprio monumento alla stirpe dei Brignole - Sale.
La passione naturalistica di una famiglia inglese ha creato, dal 1867 presso Ventimiglia, un giardino botanico per l'acclimatazione di piante provenienti dalle più diverse zone del mondo, sfruttando la felice posizione della zona e la particolare dolcezza del clima: i Giardini Botanici Hanbury. Grazie alla collaborazione di botanici, agronomi e paesaggisti in massima parte stranieri, fu creato un grandioso insieme che non trova eguali in Europa sia dal punto di vista botanico, con le 5800 specie di piante ornamentali, officinali e da frutto, che da quello paesaggistico, grazie alla felice armonia compositiva tra edifici, elementi ornamentali e terrazzamenti coltivati
Villa Hanbury
La passione naturalistica di una famiglia inglese ha creato, dal 1867 presso Ventimiglia, un giardino botanico per l'acclimatazione di piante provenienti dalle più diverse zone del mondo, sfruttando la felice posizione della zona e la particolare dolcezza del clima: i Giardini Botanici Hanbury. Grazie alla collaborazione di botanici, agronomi e paesaggisti in massima parte stranieri, fu creato un grandioso insieme che non trova eguali in Europa sia dal punto di vista botanico, con le 5800 specie di piante ornamentali, officinali e da frutto, che da quello paesaggistico, grazie alla felice armonia compositiva tra edifici, elementi ornamentali e terrazzamenti coltivati
Ad Alassio, che nei primi del novecento il compositore Edward Elgar esaltava nella celebre sinfonia In the South (Alassio) e che lo scrittore Cecil Roberts lodava nel suo Portal to Paradise, si trovano i Giardini di Villa della Pergola, un parco storico che affonda le sue radici alla fine del 1800, parte oggi dei network "Grandi Giardini Italiani", “Garden Route Italia” e “APGI - Associazione Parchi e Giardini d’Italia”, eletto nel 2022 il Parco più bello d’Italia. I Giardini di Villa della Pergola, realizzati a fine Ottocento in una posizione unica di affaccio sul mare, offrono un'occasione unica per apprezzare la tipica vegetazione mediterranea insieme a piante rare della flora esotica. Dopo il salvataggio nel 2006 da parte della famiglia Ricci, per scongiurare una speculazione edilizia che avrebbe cancellato un pezzo di storia di Alassio e dell’intera Riviera di Ponente, dell'importante e accurato restauro dei 22 mila metri quadrati dei Giardini si è occupato l'architetto paesaggista Paolo Pejrone.
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I Giardini di Villa della Pergola
9 Via Privata Montagu
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Ad Alassio, che nei primi del novecento il compositore Edward Elgar esaltava nella celebre sinfonia In the South (Alassio) e che lo scrittore Cecil Roberts lodava nel suo Portal to Paradise, si trovano i Giardini di Villa della Pergola, un parco storico che affonda le sue radici alla fine del 1800, parte oggi dei network "Grandi Giardini Italiani", “Garden Route Italia” e “APGI - Associazione Parchi e Giardini d’Italia”, eletto nel 2022 il Parco più bello d’Italia. I Giardini di Villa della Pergola, realizzati a fine Ottocento in una posizione unica di affaccio sul mare, offrono un'occasione unica per apprezzare la tipica vegetazione mediterranea insieme a piante rare della flora esotica. Dopo il salvataggio nel 2006 da parte della famiglia Ricci, per scongiurare una speculazione edilizia che avrebbe cancellato un pezzo di storia di Alassio e dell’intera Riviera di Ponente, dell'importante e accurato restauro dei 22 mila metri quadrati dei Giardini si è occupato l'architetto paesaggista Paolo Pejrone.
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Pallanca exotic gardens
1 Via Madonna della Ruota
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Cinque de Terre
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Nervi Parks
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DISTAV Orto Botanico
Sestri Levante • centro storico
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Uffizi Gallery
6 Piazzale degli Uffizi
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Lago Maggiore
16 Piazza Marconi
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Bergeggi, Italy
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Golf Garlenda
7 Via del Golf
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Gallinara, Italy

Luoghi di culto

Conventi e Chiese a Loano
Monte Carmelo fu fondato nel 1600 dalla famiglia Doria ed è retto dai frati dell'Ordine dei carmelitani scalzi.
Nostra Signora del Monte Carmelo
3 Piazza Monte Carmelo
Monte Carmelo fu fondato nel 1600 dalla famiglia Doria ed è retto dai frati dell'Ordine dei carmelitani scalzi.
Fu eretto tra il 21 febbraio 1633 e il 28 marzo 1638 dalla famiglia principesca di Loano, i Doria. Il 17 settembre 1662 avvenne la consacrazione del luogo di culto loanese. L'edificio presenta con una pianta decagonale sormontata da una cupola a spicchi di 50 m, antisismica, in sostituzione della precedente copertura crollata nel corso del terremoto del 1887. Lo stile è quello rinascimentale. In cima è presente la statua bronzea del santo patrono San Giovanni Battista. La torre campanaria che si trova aderente al vicino oratorio di Nostra Signora del Rosario è quello della precedente parrocchiale abbandonata e demolita verso i primi del XVII secolo. La torre gotica (di cui si intravedono le vestigia) venne in seguito sopraelevata della cella campanaria dove sono installate sei campane in Mi3. L'interno e sullo sfondo l'altare All'interno sono presenti numerose tele del Seicento. Nella prima cappella di destra è presente il Santa Barbara di Luciano Borzone (1642), San Sebastiano di Orazio De Ferrari (1639), Crocifissione del Borzone. Dietro l'altare maggiore è invece presente la Nascita del Battista di Giovanni Andrea Ansaldo (1625), mentre nella cappella di sinistra si trovano le tele della Madonna, sant'Antonio Abate e Paolo Eremita di Orazio De Ferrari e della Decollazione di san Giovanni Battista di Giovanni Domenico Cappellini. Sono ancora presenti i dipinti Caduta di Saulo di Domenico Fiasella detto il "Sarzana"; Madonna, san Pietro e san Giovanni Evangelista del De Ferrari (1638); Bacio di Giuda di pittore ignoto (XVII secolo); San Francesco Saverio battezza gli Indiani di Giuseppe Badaracco.
San Giovanni Battista
Fu eretto tra il 21 febbraio 1633 e il 28 marzo 1638 dalla famiglia principesca di Loano, i Doria. Il 17 settembre 1662 avvenne la consacrazione del luogo di culto loanese. L'edificio presenta con una pianta decagonale sormontata da una cupola a spicchi di 50 m, antisismica, in sostituzione della precedente copertura crollata nel corso del terremoto del 1887. Lo stile è quello rinascimentale. In cima è presente la statua bronzea del santo patrono San Giovanni Battista. La torre campanaria che si trova aderente al vicino oratorio di Nostra Signora del Rosario è quello della precedente parrocchiale abbandonata e demolita verso i primi del XVII secolo. La torre gotica (di cui si intravedono le vestigia) venne in seguito sopraelevata della cella campanaria dove sono installate sei campane in Mi3. L'interno e sullo sfondo l'altare All'interno sono presenti numerose tele del Seicento. Nella prima cappella di destra è presente il Santa Barbara di Luciano Borzone (1642), San Sebastiano di Orazio De Ferrari (1639), Crocifissione del Borzone. Dietro l'altare maggiore è invece presente la Nascita del Battista di Giovanni Andrea Ansaldo (1625), mentre nella cappella di sinistra si trovano le tele della Madonna, sant'Antonio Abate e Paolo Eremita di Orazio De Ferrari e della Decollazione di san Giovanni Battista di Giovanni Domenico Cappellini. Sono ancora presenti i dipinti Caduta di Saulo di Domenico Fiasella detto il "Sarzana"; Madonna, san Pietro e san Giovanni Evangelista del De Ferrari (1638); Bacio di Giuda di pittore ignoto (XVII secolo); San Francesco Saverio battezza gli Indiani di Giuseppe Badaracco.
Church of Saint Lawrence
6 Vicolo dell'Oratorio
Il Museo diocesano Arte Sacra è situato all'interno dell'antico palazzo Vescovile della diocesi di Albenga-Imperia, nel centro storico in via Episcopio. Offre ai visitatori la possibilità di fruire, non solo delle pregevoli opere ivi conservate ma anche di attraversare un edificio ricco di storia e di fascino. Il grande palazzo con cortile interno è il risultato di ristrutturazioni ed accorpamenti di diversi edifici medievali, le parti più antiche risalenti all'XI e al XII secolo, con ristrutturazioni successive a metà del Quattrocento, del Cinquecento e del Seicento.
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Museo Diocesano e Battistero Paleocristiano
5 Via Episcopio
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Il Museo diocesano Arte Sacra è situato all'interno dell'antico palazzo Vescovile della diocesi di Albenga-Imperia, nel centro storico in via Episcopio. Offre ai visitatori la possibilità di fruire, non solo delle pregevoli opere ivi conservate ma anche di attraversare un edificio ricco di storia e di fascino. Il grande palazzo con cortile interno è il risultato di ristrutturazioni ed accorpamenti di diversi edifici medievali, le parti più antiche risalenti all'XI e al XII secolo, con ristrutturazioni successive a metà del Quattrocento, del Cinquecento e del Seicento.
La cattedrale di San Michele Arcangelo è un luogo di culto cattolico situato nel centro storico, tra via Bernardo Ricci, piazza San Michele e piazza IV Novembre, nel comune di Albenga in provincia di Savona. La chiesa è sede della parrocchia omonima del vicariato di Albenga della diocesi di Albenga-Imperia
Albenga Cathedral
Piazza San Michele
La cattedrale di San Michele Arcangelo è un luogo di culto cattolico situato nel centro storico, tra via Bernardo Ricci, piazza San Michele e piazza IV Novembre, nel comune di Albenga in provincia di Savona. La chiesa è sede della parrocchia omonima del vicariato di Albenga della diocesi di Albenga-Imperia

Spettacoli - Teatri - Cinema

Negli anni quaranta il commendatore Aristide Vacchino decise di acquistare il terreno sul quale sarebbe sorto il teatro. I lavori di costruzione iniziarono nel 1953 e nel 1963 nacque il teatro Ariston: una struttura immensa e maestosa, stupefacente per la tecnologia adottata all'epoca per la realizzazione. Normalmente usato come cinema e per spettacoli teatrali di vario genere, è diventato famoso al pubblico in tutta Italia perché dal 1977 ospita annualmente il Festival della Canzone Italiana, comunemente noto come Festival di Sanremo, nato nel 1951 e che in precedenza si teneva nel salone delle Feste del Casinò Municipale della città dei fiori. Soltanto nel 1990 il festival venne svolto in un'altra sede (nel nuovo mercato dei Fiori situato in Valle Armea, in frazione Bussana), in occasione della quarantesima edizione, per la maggiore capienza dei locali e per lavori di restauro e ampliamento in corso all'interno dell'Ariston, che in quell'occasione ospitò ugualmente altre manifestazioni, sempre legate alla kermesse canora. Oltre al Festival della Canzone Italiana, all'Ariston si tiene ogni anno il Premio Tenco; fino al 2014 ha ospitato anche il Premio regia televisiva (noto come Oscar Tv). Dal teatro Ariston sono inoltre state trasmesse nel 2008 e 2009 le prime due edizioni dello show televisivo di Rai Uno Ti lascio una canzone, nel 2018 e 2019 il talent show Sanremo Young e l'edizione 2021 di PrimaFestival. A partire dal 1995, il teatro ospita anche la puntata speciale di Domenica in dedicata all'edizione appena conclusa del Festival di Sanremo, in onda il giorno successivo alla serata finale, tradizionalmente tenuta di sabato. La struttura è tuttora di proprietà della famiglia Vacchino, la quale nel 2017 ha acquistato un fabbricato di quattro piani adiacente al Teatro per adibire gli spazi, a seguito di un progetto di ristrutturazione e ampliamento, a nuovi camerini, sale riunioni e aree per la logistica.
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Teatro Ariston Sanremo
212 Via Giacomo Matteotti
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Negli anni quaranta il commendatore Aristide Vacchino decise di acquistare il terreno sul quale sarebbe sorto il teatro. I lavori di costruzione iniziarono nel 1953 e nel 1963 nacque il teatro Ariston: una struttura immensa e maestosa, stupefacente per la tecnologia adottata all'epoca per la realizzazione. Normalmente usato come cinema e per spettacoli teatrali di vario genere, è diventato famoso al pubblico in tutta Italia perché dal 1977 ospita annualmente il Festival della Canzone Italiana, comunemente noto come Festival di Sanremo, nato nel 1951 e che in precedenza si teneva nel salone delle Feste del Casinò Municipale della città dei fiori. Soltanto nel 1990 il festival venne svolto in un'altra sede (nel nuovo mercato dei Fiori situato in Valle Armea, in frazione Bussana), in occasione della quarantesima edizione, per la maggiore capienza dei locali e per lavori di restauro e ampliamento in corso all'interno dell'Ariston, che in quell'occasione ospitò ugualmente altre manifestazioni, sempre legate alla kermesse canora. Oltre al Festival della Canzone Italiana, all'Ariston si tiene ogni anno il Premio Tenco; fino al 2014 ha ospitato anche il Premio regia televisiva (noto come Oscar Tv). Dal teatro Ariston sono inoltre state trasmesse nel 2008 e 2009 le prime due edizioni dello show televisivo di Rai Uno Ti lascio una canzone, nel 2018 e 2019 il talent show Sanremo Young e l'edizione 2021 di PrimaFestival. A partire dal 1995, il teatro ospita anche la puntata speciale di Domenica in dedicata all'edizione appena conclusa del Festival di Sanremo, in onda il giorno successivo alla serata finale, tradizionalmente tenuta di sabato. La struttura è tuttora di proprietà della famiglia Vacchino, la quale nel 2017 ha acquistato un fabbricato di quattro piani adiacente al Teatro per adibire gli spazi, a seguito di un progetto di ristrutturazione e ampliamento, a nuovi camerini, sale riunioni e aree per la logistica.
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Carlo Felice Theater
4 Passo Eugenio Montale
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Informazioni sulla città/località

La Collezione di Palazzo Reale: un tesoro da scoprire
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Royal Palace Museum
10 Via Balbi
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La Collezione di Palazzo Reale: un tesoro da scoprire
La prima falesia chiodata nella valle circa 15 anni orsono da A.Gallo Il settore è stato poi ripreso da Dinda e Blonde, chiodando tutto l'antro con vie molto fisiche di alto livello. negl ultimi anni è stato ultimato con il nuovo settore sinistro che presenta delle vie più brevi e di difficoltà minori. I gradi sono un pò compressi anche nelle nuove vie, forse perchè presentano dei singoli e sono brevi. Roccia ottima le vie dell'antro colano dopo qualche giorno di pioggia.
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Coletta di Castelbianco
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La prima falesia chiodata nella valle circa 15 anni orsono da A.Gallo Il settore è stato poi ripreso da Dinda e Blonde, chiodando tutto l'antro con vie molto fisiche di alto livello. negl ultimi anni è stato ultimato con il nuovo settore sinistro che presenta delle vie più brevi e di difficoltà minori. I gradi sono un pò compressi anche nelle nuove vie, forse perchè presentano dei singoli e sono brevi. Roccia ottima le vie dell'antro colano dopo qualche giorno di pioggia.
Monaco (pronuncia italiana /ˈmɔnako/, pronuncia francese [monaˈko]), ufficialmente Principato di Monaco (denominazioni ufficiali: Principauté de Monaco in francese; Principatu de Múnegu in monegasco) è un piccolo Stato monarchico indipendente dell'Europa occidentale confinante con la sola Francia e bagnato dal Mar Ligure. Spesso, in maniera equivalente, viene utilizzato il termine Monte Carlo al posto di quello del Principato di Monaco. In realtà Monte Carlo, per quanto importante e posto in posizione centrale, rappresenta solo uno dei quattro quartieri che tradizionalmente compongono il Principato.
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Monte Carlo
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Monaco (pronuncia italiana /ˈmɔnako/, pronuncia francese [monaˈko]), ufficialmente Principato di Monaco (denominazioni ufficiali: Principauté de Monaco in francese; Principatu de Múnegu in monegasco) è un piccolo Stato monarchico indipendente dell'Europa occidentale confinante con la sola Francia e bagnato dal Mar Ligure. Spesso, in maniera equivalente, viene utilizzato il termine Monte Carlo al posto di quello del Principato di Monaco. In realtà Monte Carlo, per quanto importante e posto in posizione centrale, rappresenta solo uno dei quattro quartieri che tradizionalmente compongono il Principato.
Reeser Str. 106, 46446 Emmerich am Rhein, Germany
Bordighera
Cinque de Terre
Portovenere 5 Terre, Italy
Langhe, 12065 Monforte d'Alba, Province of Cuneo, Italy
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Firenze S.M.N. station
Piazza della Stazione
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Milano Centrale Railway Station
1 Piazza Duca d'Aosta
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La Venaria Reale
4 Piazza della Repubblica
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Square of Miracles
Piazza del Duomo
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Finale Ligure Marina
Rapallo Ge
Santa Margherita Ligure - Rapallo, Italy

Traveler advice

Getting around

Loano centro nevralgico col treno

Loano è collegata a Sanremo, Genova, Milano e Torino con treni diretti. Sulla maggior parte dei treni è possibile portare le biciclette.
Getting around

Muoversi in bicicletta

Consiglio le seguenti piste ciclabili, raggiungibili col treno da Loano: 1) Il Finalese ed il suo entroterra, tra cui l'Altopiano delle Manie; 2) La pista ciclabili che da Diano Marina arriva fino ad Ospedaletti, passando per Sanremo, lungo il tracciato della vecchia ferrovia, sul mare; 3) La pista ciclabile che da Varazze arriva fino ad Arenzano, lungo il tracciato della vecchia ferrovia, sul mare.