Un giro a Pozzuoli

Chiara
Un giro a Pozzuoli

Visite turistiche

Una giornata a Pozzuoli
La città di Pozzuoli si trova a nord-ovest di Napoli ed è il più grande comune tra i quattro che costituiscono i Campi Flegrei, una caldera quiescente di natura vulcanica. In questa cittadina il fenomeno del bradisismo e quello delle acque termali mostrano una terra sempre in movimento, ricca di biodiversità e di storia.  Se siete a Pozzuoli andate a visitare l’Anfiteatro Flavio. Si trova nella parte alta della città ed è il terzo in Italia per capienza. È preceduto solo dal Colosseo e dall’anfiteatro di Capua. Fu costruito perché quello di età repubblicana divenne insufficiente per l’enorme crescita demografica di Puteoli. Nel 79 d.C. fu inaugurato e gli enormi costi per la sua costruzione furono sostenuti dalla stessa città. I sotterranei erano il cuore dell’anfiteatro e oggi questi sono gli unici al mondo conservati ancora così bene. Nell’arena dell’anfiteatro di Pozzuoli furono eseguite anche le condanne a morte dei primi cristiani. La più celebre è quella di San Gennaro e degli altri martiri puteolani, condannati ad essere sbranati vivi. Ma la storia tramanda che le bestie si inginocchiarono ai loro piedi. Morirono comunque presso la Solfatara di Pozzuoli. All’uscita dell’anfiteatro, imboccate via Rosini e prima di immergervi nel movimento della città fate sosta ai giardini di Villa Avellino. Uscite dal retro, così da poter godere della vista che si ha del porto scendendo le scale di Pendio San Giuseppe. Da qui, attraversando la villa comunale e costeggiando la banchina, s’arriva al Macellum, detto Tempo di Serapide, le cui tre colonne di marmo cipollino sono da sempre l’inequivocabile simbolo della città di Pozzuoli. Tali colonne portano sulla superficie i segni dei litodomi, organismi marini, la cui azione attesta fenomeni di inabissamento della costa flegrea, alternati all’innalzamento. Gli studi fatti sulle colonne furono di grande importanza per la definizione del bradisismo. Ad ora di pranzo, non potete non assaggiare il cuoppo di alici fritte del Golfo di Pozzuoli, di piccola taglia ma molto saporite. Perdetevi nel dedalo di strade che conducono alla Darsena dei pescatori puteolani, ai piedi del Rione Terra, centro antico della città. Nel pomeriggio, quando il sole è meno forte, andate a Cuma. Fondata nella seconda metà dell’VIII secolo a.C. è la prima colonia greca in occidente. Passeggiando nel parco archeologico avrete la sensazione di respirare il mito in ogni angolo. L’Antro della Sibilla è di certo il più celebre dei monumenti. Attraversandolo sarete circondati da un’atmosfera mistica e surreale. La Sibilla vive ancora in questo luogo, tra i più belli nei Campi Flegrei. Finite la giornata sorseggiando una bicchiere di falanghina dei Campi Flegrei sul lungo mare Pertini, detto dai puteolani via Napoli, godendovi il dolce fruscio del mare.
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Pozzuoli
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La città di Pozzuoli si trova a nord-ovest di Napoli ed è il più grande comune tra i quattro che costituiscono i Campi Flegrei, una caldera quiescente di natura vulcanica. In questa cittadina il fenomeno del bradisismo e quello delle acque termali mostrano una terra sempre in movimento, ricca di biodiversità e di storia.  Se siete a Pozzuoli andate a visitare l’Anfiteatro Flavio. Si trova nella parte alta della città ed è il terzo in Italia per capienza. È preceduto solo dal Colosseo e dall’anfiteatro di Capua. Fu costruito perché quello di età repubblicana divenne insufficiente per l’enorme crescita demografica di Puteoli. Nel 79 d.C. fu inaugurato e gli enormi costi per la sua costruzione furono sostenuti dalla stessa città. I sotterranei erano il cuore dell’anfiteatro e oggi questi sono gli unici al mondo conservati ancora così bene. Nell’arena dell’anfiteatro di Pozzuoli furono eseguite anche le condanne a morte dei primi cristiani. La più celebre è quella di San Gennaro e degli altri martiri puteolani, condannati ad essere sbranati vivi. Ma la storia tramanda che le bestie si inginocchiarono ai loro piedi. Morirono comunque presso la Solfatara di Pozzuoli. All’uscita dell’anfiteatro, imboccate via Rosini e prima di immergervi nel movimento della città fate sosta ai giardini di Villa Avellino. Uscite dal retro, così da poter godere della vista che si ha del porto scendendo le scale di Pendio San Giuseppe. Da qui, attraversando la villa comunale e costeggiando la banchina, s’arriva al Macellum, detto Tempo di Serapide, le cui tre colonne di marmo cipollino sono da sempre l’inequivocabile simbolo della città di Pozzuoli. Tali colonne portano sulla superficie i segni dei litodomi, organismi marini, la cui azione attesta fenomeni di inabissamento della costa flegrea, alternati all’innalzamento. Gli studi fatti sulle colonne furono di grande importanza per la definizione del bradisismo. Ad ora di pranzo, non potete non assaggiare il cuoppo di alici fritte del Golfo di Pozzuoli, di piccola taglia ma molto saporite. Perdetevi nel dedalo di strade che conducono alla Darsena dei pescatori puteolani, ai piedi del Rione Terra, centro antico della città. Nel pomeriggio, quando il sole è meno forte, andate a Cuma. Fondata nella seconda metà dell’VIII secolo a.C. è la prima colonia greca in occidente. Passeggiando nel parco archeologico avrete la sensazione di respirare il mito in ogni angolo. L’Antro della Sibilla è di certo il più celebre dei monumenti. Attraversandolo sarete circondati da un’atmosfera mistica e surreale. La Sibilla vive ancora in questo luogo, tra i più belli nei Campi Flegrei. Finite la giornata sorseggiando una bicchiere di falanghina dei Campi Flegrei sul lungo mare Pertini, detto dai puteolani via Napoli, godendovi il dolce fruscio del mare. 
Il Rione Terra è il primo nucleo abitato della città di Pozzuoli. La rocca è costruita su uno sperone tufaceo alto 33 metri, circondato sui tre lati dal mare. È stata, nel corso dei secoli, sempre abitata. Ad insediarsi per primi in questo luogo furono, probabilmente, un gruppo di esuli provenienti da Samo che fuggivano la tirannide di Policrate. Questi fondarono verso il 530 a.C. Dicearchia, di cui lo scavo archeologico non ha rivelato sostanziali resti. Dopo essere divenuta colonia romana, nel 194 a.C., Pozzuoli e la rocca conobbero il periodo di maggiore splendore. Puteoli divenne per secoli il porto di Roma, primato che conservò sino alla nascita di quello d’Ostia e, comunque, fino alla fine dell’Impero Romano d’Occidente. Il nucleo abitativo fu ricostruito nel 1538 in seguito alla nascita del Monte Nuovo, il più giovane vulcano d’Europa, per volontà di Pedro Álvarez de Toledo, al tempo viceré di Napoli. La città romana divenne una specie di unitaria piattaforma su cui sono stati costruiti gli edifici seicenteschi, oggi in corso avanzato di restauro e abitati fino al 2 marzo 1970, data in cui la popolazione fu sottoposta ad evacuazione forzata a causa dell’intensificarsi del fenomeno del bradisismo. Varcando il portone di Palazzo De Fraja-Frangipane il tempo sembra fermarsi, inducendo il visitatore a vivere un viaggio a ritroso. Attraverso questo si accede al percorso archeologico del Rione Terra di Pozzuoli. Se visitate la rocca, non perdete la Cattedrale di San Procolo Martire. Un incendio nel 1964 rivelò che il colonnato, da sempre parte integrante della chiesa barocca, non era di riutilizzo ma la Cattedrale di San Procolo Martire, patrono della città di Pozzuoli, inglobava il tempio del I secolo d.C. dedicato ad Ottaviano Augusto. Sarà Monsignor Martin de León y Càrdenas, diventato vescovo di Pozzuoli intorno al 1630, a decidere di costruire una grande cattedrale barocca, demolendo gran parte del tempio, adornandola con splendide opere di artisti dell’epoca, tra cui Artemisia Gentileschi. Nel 1998, fu indetto un concorso internazionale, vinto dal team dell’architetto fiorentino Marco Dezzi Bardeschi, che ha restituito alla città una Cattedrale diversa da quella che era, ma di grande impatto. Perdetevi tra le stradine del Seicento, dove impera il classicismo augusteo e l’opulento barocco, ma in cui timide tracce del Medioevo sono riconoscibili. Rallentate il vostro tempo se è l’ora in cui tramonta il sole perché su questa rocca i tramonti divengono tanto suggestivi da dover essere assaporati in silenzio. Percorso Archeologico del Rione Terra Aperto sabato, domenica e nei giorni festivi dalle ore 9 alle 16:30 Per info e prenotazione 081.199.36.286/287 (il numero risponde dal lunedì alla domenica, dalle ore 9:00 alle 17:00)
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Rione Terra - Archaeological Path
1 Strada Duomo
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Il Rione Terra è il primo nucleo abitato della città di Pozzuoli. La rocca è costruita su uno sperone tufaceo alto 33 metri, circondato sui tre lati dal mare. È stata, nel corso dei secoli, sempre abitata. Ad insediarsi per primi in questo luogo furono, probabilmente, un gruppo di esuli provenienti da Samo che fuggivano la tirannide di Policrate. Questi fondarono verso il 530 a.C. Dicearchia, di cui lo scavo archeologico non ha rivelato sostanziali resti. Dopo essere divenuta colonia romana, nel 194 a.C., Pozzuoli e la rocca conobbero il periodo di maggiore splendore. Puteoli divenne per secoli il porto di Roma, primato che conservò sino alla nascita di quello d’Ostia e, comunque, fino alla fine dell’Impero Romano d’Occidente. Il nucleo abitativo fu ricostruito nel 1538 in seguito alla nascita del Monte Nuovo, il più giovane vulcano d’Europa, per volontà di Pedro Álvarez de Toledo, al tempo viceré di Napoli. La città romana divenne una specie di unitaria piattaforma su cui sono stati costruiti gli edifici seicenteschi, oggi in corso avanzato di restauro e abitati fino al 2 marzo 1970, data in cui la popolazione fu sottoposta ad evacuazione forzata a causa dell’intensificarsi del fenomeno del bradisismo. Varcando il portone di Palazzo De Fraja-Frangipane il tempo sembra fermarsi, inducendo il visitatore a vivere un viaggio a ritroso. Attraverso questo si accede al percorso archeologico del Rione Terra di Pozzuoli. Se visitate la rocca, non perdete la Cattedrale di San Procolo Martire. Un incendio nel 1964 rivelò che il colonnato, da sempre parte integrante della chiesa barocca, non era di riutilizzo ma la Cattedrale di San Procolo Martire, patrono della città di Pozzuoli, inglobava il tempio del I secolo d.C. dedicato ad Ottaviano Augusto. Sarà Monsignor Martin de León y Càrdenas, diventato vescovo di Pozzuoli intorno al 1630, a decidere di costruire una grande cattedrale barocca, demolendo gran parte del tempio, adornandola con splendide opere di artisti dell’epoca, tra cui Artemisia Gentileschi. Nel 1998, fu indetto un concorso internazionale, vinto dal team dell’architetto fiorentino Marco Dezzi Bardeschi, che ha restituito alla città una Cattedrale diversa da quella che era, ma di grande impatto. Perdetevi tra le stradine del Seicento, dove impera il classicismo augusteo e l’opulento barocco, ma in cui timide tracce del Medioevo sono riconoscibili. Rallentate il vostro tempo se è l’ora in cui tramonta il sole perché su questa rocca i tramonti divengono tanto suggestivi da dover essere assaporati in silenzio. Percorso Archeologico del Rione Terra Aperto sabato, domenica e nei giorni festivi dalle ore 9 alle 16:30 Per info e prenotazione 081.199.36.286/287 (il numero risponde dal lunedì alla domenica, dalle ore 9:00 alle 17:00)